C’è un Paese sull’orlo di un abisso economico di cui nessuno parla più nonostante ci sia molto vicino politicamente (entrato in Europa come decimo socio già nel 1981), ed ancora più vicino geograficamente perché distante meno di cento chilometri di mare dalle coste pugliesi. Si tratta della Grecia di cui ormai distratti si segue solo la “roulette politica” a mano armata tra Fondo Monetario, Banca Europea e governo greco, dove quest’ultimo fa la parte dell’indimenticabile Nick (Christopher Walken) nel film Il Cacciatore, puntandosi alla tempia la pistola e socchiudendo gli occhi mentre tira il grilletto sperando che il colpo fatale sia rimandato a… domani.
Non ci riferiamo in questo momento agli aspetti sociali, non dimentichiamoci che parliamo di uno stato i cui ministri hanno ammesso di avere falsificato i bilanci con la lucida complicità dei dirigenti della banca centrale ma ciò nonostante sono stati più volte rivotati dai propri cittadini e facilmente potrebbero ritornare al governo in un prossimo futuro. Un futuro che sempre di più assomiglia alle alienazioni punk di William Gibson piuttosto che alle quasi platoniche visioni Orwelliane. Parliamo proprio dell’esperimento di “compressione sociale” in corso da anni sui cittadini greci e sui loro modelli economici di sopravvivenza, che vanno determinando modelli distorti del mercato immobiliare talmente originali che un domani saranno certamente numeri sulle lavagne delle università ma oggi rappresentano l’abisso dell’economia nel settore. Un abisso che conviene a noi italiani osservare con attenzione perché non così lontano dalla realtà di questi nostri tempi così complicati.
Un tempo si lavorava per lasciare la casa ai figli
Accade infatti che nell’economia greca, votata storicamente all’evasione fiscale (ci ricorda qualcosa?), in un ciclo ormai decennale di crollo dell’economia (anche questo!), il solo bene tassabile sia rimasto quello immobiliare e su questo si concentra infatti il carico fiscale.
Questa concentrazione ha comportato che nel 2015 (ultimi dati disponibili) ben 45.600 eredità immobiliari siano state rifiutate dai figli beneficiari del lascito perché l’importo del riscatto tra tasse e debito residuo superava il valore dell’immobile. Per collocare questi dati nel giusto drammatico scenario segnalo che il numero dei lasciti rifiutati è cresciuto del 56% rispetto ai 29.200 del 2013 che a sua volta era cresciuto drammaticamente rispetto al recente passato. In pratica i figli non riescono più a mantenere la casa di famiglia perché l’inversione del rapporto valore immobiliare/ fisco/ mutuo rispetto al valore della casa finisce per ribaltare anche la tradizione della casa di famiglia che i genitori lavorano per lasciare in eredità alle generazioni successive. A questo proposito per dare un’idea della situazione economica generale il valore dei mutui sul PIL è salito dal 26% del 2006 al 39% del 2015 (ultimi dati comunicati), questo nonostante le nuove erogazioni siano state minime.
Tasse sulla casa, originali politiche di affitto e confronto sui valori immobiliari
Come sopra accennato le tasse sulla casa dal 2011 vengono caricate direttamente sulle bollette delle utility di consumo: luce, gas ed acqua, secondo un esperimento recentemente introdotto anche in Italia con il canone RAI. Non si tratta di una novità perché lo stesso accade da anni in altri Paesi come la Francia, ma ogni Paese come sappiamo fa storia a sé. Infatti in una situazione critica come quella greca, divisa tra evasione storica, debiti crescenti ed una disoccupazione a livelli da record mondiale, applicare le tasse direttamente sulle bollette determina un situazione di mercato del tutto originale: in pratica la maggiore parte dei proprietari di case si accontenta oggi di affittare praticamente a reddito zero, in cambio unicamente del pagamento delle bollette stesse. Pagamento che peraltro troppo spesso non viene comunque mantenuto al punto che le stesse società fornitrici di servizi sono in grave crisi di liquidità, così come prevediamo siano i medesimi padroni di casa.
Per dare ai nostri amici Host italiani un riferimento concreto dei valori in campo, oggi il costo medio di un appartamento in affitto nella città di Atene è compreso tra € 7- 10 mq./mese mentre a Creta tra € 4-6 mq/ mese, mentre i prezzi reali delle abitazioni oscillano nel centro storico di Atene tra € 2700- 3500 mq, nei quartieri di periferia Ekali, Kifisia, Psychiko, Glyfada tra € 2100- 2400 al mq. e nella turistica isola di Creta un appartamento medio costa € 1400 mq ed una villa vicino al mare circa € 2500 mq.
Cosa ci azzecca questo quadro drammatico con il modello AIRBNB italiano?
Sappiamo per esperienza personale che la prima motivazione del cittadino di Firenze, Milano, Napoli, Bologna ecc.. che preferisce mettere a reddito la sua casa o parte di essa con il modello AIRBNB piuttosto che con la locazione tradizionale, è proprio l’incertezza che essa comporta nell’incasso effettivo dell’affitto. Inutile negare che in tempi complicati come questi che la morosità del nostro inquilino sia colpevole o incolpevole è argomento che riguarda la sua coscienza, ma per il nostro portafoglio il risultato non cambia. Per chi ha orecchie per intendere basti confrontare le cifre indicate più sopra con il valore di affitto che trovate su AIRBNB per una/ due notti ad Atene nei quartieri periferici di Kifisia, Psychiko ecc… cui abbiamo parlato più sopra: un monolocale per due persone due notti “carino” si trova mediamente a € 50 complessive, la stessa sistemazione elegante, spostandosi verso il centro ad € 70. Un appartamento per 4 persone due notti in questi quartieri di periferia costa in totale mediamente 90€ con punte di 120€/ 140€ per soluzioni particolari con terrazzo e vista panoramica.
Come vedete i prezzi sono espressi in valuta… turistica, non propriamente locale, in pratica affittando due notti un appartamento dignitosamente allestito si ricava quasi quanto l’affitto di un mese. Chiamiamolo pure Postcapitalismo, che altro…
P.S. Il fatto curioso è che in Italia ne ha parlato solo il quotidiano la Stampa online in un pezzo che riportiamo tra le fonti consultabili, e Simone Porrovecchio in un brevissimo ma succoso trafiletto pubblicato sul Venerdì di repubblica il 7 aprile scorso. Forse certe notizie potrebbero spaventare i bambini, meglio scrivere di Corona e Belen o del rigore che non c’era assegnato alla Juve.
Riferimenti
https://www.nytimes.com/2016/11/02/opinion/in-greece-property-is-debt.html
http://famagusta-gazette.com/real-estate-property-inheritance-disclaimers-in-greece-on-rise-p39069-69.htm
http://www.lastampa.it/2015/07/04/economia/grecia-un-paese-in-vendita-mila-immobili-nessuno-li-vuole-UcClQvGOfgZlLYpCdQd7KJ/pagina.html
http://bfmbusiness.bfmtv.com/monde/immobilier-pourquoi-les-grecs-renoncent-de-plus-en-plus-a-heriter-1123698.html
http://www.m-x.com.mx/2017-03-15/miles-de-griegos-renuncian-a-sus-herencias-porque-no-pueden-pagar-los-impuestos-que-vienen-con-ellas/
http://www.globalpropertyguide.com/Europe/Greece
https://www.globalpropertyguide.com/real-estate-house-prices/G#greece